domenica 1 maggio 2011

Caro diario

Caro diario è solo un calice pieno di fiele quello che mi offre questo tempo, scorre, scorre ma non c'è calore nelle sue parole. Mi restano in testa e cancellano ogni buon proposito, soffocano ogni altro sentimento. Si è arrenato il legno che mi teneva sospeso a galleggiare sopra tutto questo abisso.

Ascolto musica, ascolto ma che diavolo ascolto? Mi sono già scordato che stavo sentendo nelle cuffie. Mi vesto per uscire a passeggiare ma mi sembra di sentirli mentre scendo per le scale e così torno sui miei passi, torno alla prigione volontaria e chiudo la porta convinto di averli separati da me. Ma non è così, torno a quelle quattro carte e leggo ancora tutte quelle calunnie.

Purtroppo stanno vincendo, mi stanno spegnendo la forza di reagire e allora via tutto e tutti. Restiamo faccia a faccia io e l'abisso, come sempre soltanto noi. Dai intossica ancora la mia mente, rendimi sterile e assuefatto a te.

Cos'altro è più importante? Tenersi addosso questo peso, sentire la bestia che vorrebbe uscire con tutta la sua aggressività, lasciarsi andare al più nero sconforto? Cos'altro mi riuscirebbe di fare?

Aspettare, aspettare. - Vedrai ti risolleverai. - Ma hanno già rovistato dentro di me. Non c'è più niente al suo posto, hanno vinto loro.

Caro diario, registra e serba ricordo di questa linea definitiva che appongo sulle tue stupide pagine della melassa 2.0 .

Caro diario segna 10 punti alla squadra avversaria sono riusciti a farmi cadere. E mi restava solo la scrittura e pure quella l'ho appesa al chiodo, così lucido il Cristo di plastica sulla croce e mi affido al suo cattolico disprezzo per quelli come me.

Abisso conducimi a te sul dorso di una di quelle bestie cieche che infestano gli interstizi più fondi del mare, conducimi a te.

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